TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA VIDEOSORVEGLIANZA IN 3D.
La videosorveglianza offre sicurezza e protezione da decenni e rappresenta senz'altro la soluzione tecnica più comune per produrre negli edifici e negli spazi antropici una sicurezza intrinseca aumentata.
Le telecamere di nuova generazione dispongono di sensori ottici in grado di catturare nel campo visivo immagini digitali ad alta risoluzione, molto nitide e dettagliate anche quando l'ambiente è scarsamente illuminato, vere e proprie fotografie (bidimensionali) oggetto e materia di sofisticate elaborazioni, anche in tempo reale, ad opera di sempre più sofisticati e performanti algoritmi di video analisi e deep learning.
Per far fronte ad alcune diffuse criticità, spesso dovute alle notevoli profondità di campo delle aree da videosorvegliare e alle loro inadeguate condizioni di illuminazione, i tecnici e i progettisti degli impianti di sicurezza possono oggi contare anche su dispositivi avanzati che sfruttano la radiometria termica (TR), aggiungendo e abbinando ai tradizionali sensori ottici delle telecamere anche quelli termici calibrati.
Di fatto però, nei contesti videosorvegliati, che nella realtà sono sempre spazi tridimensionali, la caratteristica bidimensionale delle immagini acquisite costituisce comunque un aspetto piuttosto limitante, quantomeno quando si intende potenziare e ampliare significativamente la fruizione e le funzionalità di protezione e sicurezza degli impianti di videosorveglianza.
Per superare i limiti della pratica comune, Leica ha introdotto il nuovo concetto, assai interessante e innovativo, della videosorveglianza in 3D e ha sviluppato la tecnologia sensor fusion (una combinazione di edge computing, imaging e LiDAR) implementandola sull'apparecchiatura denominata BLK247 e utilizzata appunto per rilevare e riportare cambiamenti fisici in uno spazio fisico reale, quindi tridimensionale. La tecnica LiDAR (acronimo dall'inglese Light Detection and Ranging oppure Laser Imaging Detection and Ranging) è un consolidato metodo di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser. Similmente come avviene per il radar, che al posto della luce utilizza onde radio, la distanza dell'oggetto è determinata misurando il tempo trascorso fra l'emissione dell'impulso e la ricezione del relativo segnale retrodiffuso. La sorgente di un sistema LiDAR è quindi un laser, ovvero un fascio coerente di luce, emessa a una precisa lunghezza d'onda e inviata verso il sistema da osservare. |
Ne consegue che ciò che potrebbe sfuggire a una videocamera tradizionale verrà certamente acquisito con precisione dalla scansione laser, che abbinata alla videosorveglianza ottica e termica offre così un pacchetto di tecnologie per la sicurezza davvero potenti e innovativi.
La scansione laser funziona perfettamente anche in completa oscurità e la combinazione funzionale con sensori ottici e termici consente di implementare sistemi e impianti formidabili, eliminando la necessità di investire ulteriormente in altri dispositivi e apparecchiature preposte alla sicurezza.