I PUNTI CHIAVE CHE FANNO LA DIFFERENZA.
Il panorama tecnologico dei sistemi di videosorveglianza è caratterizzato da molte soluzioni variegate, che possono (erroneamente) sembrare tra loro similari ed equipollenti.
In realtà, nei prodotti che affollano il mercato esistono significative e fondamentali differenze, sia tecniche/prestazionali sia di costo, che dovrebbero pertanto essere preventivamente valutate e ponderate con attenzione da tutti coloro che intendono investire in un moderno impianto di videosorveglianza.
Ecco quindi nascere a riguardo l'opportunità di una sintetica linea guida, di rapida lettura e di semplice comprensione, anche se la materia in oggetto rimane comunque complessa con risvolti tecnici, pratici e fruizionali tutt'altro che banali o secondari.
(1) - TECNOLOGIA DIGITALE
Come noto, i sistemi di videosorveglianza del passato, definiti CCTV (TV a circuito chiuso), erano costituiti da telecamere di tipo analogico, collegate con cavo coassiale a dei tradizionali monitor o televisori.
La tecnologia digitale ha oggi preso il sopravvento, ma moltissimi degli impianti di videosorveglianza presenti sul mercato sono ancora basati su sistemi analogici di visione, ormai tecnologicamente superati, i cui segnali video vengono trattati e in qualche modo digitalizzati da un apposito videoregistratore, detto DVR (Digital Video Recorder), elemento critico e condiviso nell'impianto, che ne rappresenta anche l'anello debole, funzionalmente limitato e oggettivamente vulnerabile.
Gli impianti di videosorveglianza che "diventano digitali" solo grazie alla presenza di un DVR esterno sono quindi obsoleti e andrebbero evitati.
(2) - ALTA RISOLUZIONE
Negli impianti di visione digitale uno dei principali parametri qualitativi è la risoluzione delle immagini catturate dai sensori CCD o CMOS.
Ovviamente, maggiore è la risoluzione maggiori sono i vantaggi derivati, anche se va rimarcato che, con le tecnologie attuali, oltre la soglia indicativa dei 6 Megapixel (3072 x 2048 pixel) i recettori presenti sulla retina digitale di una telecamera, per inevitabili impedimenti di natura fisica e in ragione della loro eccessiva densità superficiale, si oscurano parzialmente a vicenda e perdono sensibilità luminosa.
Comprensibilmente, una risoluzione delle immagini più alta offre una migliore precisione dei dettagli, che può divenire fattore fondamentale se le immagini devono essere impugnate per individuare il responsabile di un malefatto.
Un’immagine registrata con tecnologia analogica ha in genere una risoluzione di 0,1 Megapixel (CIF), mentre una telecamera digitale da 6 Megapixel è in grado di offrire un livello di dettaglio superiore di quasi 60 volte.
Ciò consente di visualizzare sezioni di immagini più grandi, eliminando anche la necessità di dover ricorrere a zoom ottici o pan-tilt e riducendo il numero di telecamere necessarie per la videosorveglianza, nonché i relativi costi.
L'alta risoluzione permette inoltre una maggiore flessibilità per quanto concerne il posizionamento e l'installazione della telecamera, aspetto che può incidere anche in modo rilevante sul costo complessivo dell'impianto.
A seconda dei contesti applicativi, una risoluzione variabile tra 3 e 6 Megapixel può quindi essere considerata ottimale.
(3) - ALTA SENSIBILITA' LUMINOSA
La sensibilità alla luce di una telecamera digitale è un altro aspetto tecnologico di assoluta rilevanza, ma che viene spesso disconosciuto o quantomeno sottovalutato.
Una scarsa sensibilità luminosa implica tempi di esposizione maggiori, che rischiano conseguentemente di produrre immagini mosse o sfuocate (effetto blur) e con particolari poco definiti.
Inoltre, è sempre consigliabile limitare il più possibile l'impiego di illuminatori all'infrarosso (IR), che oltre a comportare un aggravio energetico e di costi funzionano efficacemente solo con sensori ottici in B/N (le cosiddette ottiche Night) e fanno pertanto perdere il prezioso (e a volte essenziale) contributo informativo presente nelle immagini a colori, anche se in fase di progettazione tecnica e funzionale è bene ricordare che le ottiche di tipo Night sono mediamente almeno 10 volte più sensibili alla luce di quelle a colori di tipo Day.
Congrui valori di sensibilità luminosa sono 0,25 lux (t=1/60 s) e 0,013 lux (t=1/1 s) per le ottiche a colori e 0,05 lux (t=1/60 s) e 0,0025 lux (t=1/1 s) per le ottiche in B/N.
La tecnologia MxLEO (Lowlight Exposure Optimization) abbinata a ottiche premium del tipo Moonlight garantisce poi un'eccezionale sensibilità alla luce fino al valore limite di 0,001 lux, producendo immagini nitide e dettagliate per una visione notturna anche senza illuminatore IR.
Se un sistema da 3 Megapixel necessita di un secondo (t=1/1 s) come tempo di esposizione, una telecamera da 6 Megapixel con ottica Moonlight può richiedere un tempo di esposizione 100 volte inferiore (t=1/100 s), garantendo la stessa luminosità dell'immagine acquisita (se non addirittura superiore) e una nitidezza dei dettagli in movimento decisamente più apprezzabile.
La sensibilità luminosa può infine incidere anche sul frame rate della telecamera.
(4) - FRAME RATE
Si definisce frame rate o frequenza dei fotogrammi (fps) il numero di immagini che una telecamera è in grado di acquisire (e processare) in un secondo.
Trattasi in sostanza della velocità massima di funzionamento di una telecamera e rappresenta pertanto un suo indice qualitativo.
Un frame rate basso (< 4 fps) produce filmati video poco fluidi se non addirittura discontinui, come i cosiddetti time lapse.
Aspetto però ancor più importante è che una telecamera che lavora con un basso frame rate rischia di perdere l'acquisizione di immagini con soggetti in movimento veloce e/o in un campo visivo ristretto, come potrebbe essere l'atrio di un ingresso o di passaggio davanti a un ascensore.
Il frame rate ottimale è quindi una complessa questione progettuale e di compromesso, perché deve essere correlato, oltre allo specifico contesto applicativo della videosorveglianza, anche alle dimensioni delle immagini che si intende acquisire e ai tempi di esposizione necessari per operare nelle peggiori condizioni di illuminazione ambientale.
Ad ogni modo, escludendo applicazioni speciali, telecamere con frame rate da 24 a 30 fps sono da considerare sufficientemente evolute e prestanti.
(5) - LUNGHEZZE FOCALI E OTTICHE EMISFERICHE
L'elemento ottico di una telecamera, come in una tradizionale macchina fotografica, è parte determinante per la qualità delle immagini prodotte e per la loro fruizione.
Sono pertanto da privilegiare quelle telecamere che consentono di impiegare ottiche con caratteristiche differenti, da selezionare in fase di progettazione e da individuare opportunamente in funzione dello specifico contesto applicativo.
Le telecamere con ottiche rimovibili e facilmente sostituibili hanno poi il vantaggio che possono essere riutilizzate in futuro in altre postazioni e/o con diverse finalità.
Sono invece da evitare quelle telecamere che hanno zoom ottici o meccanismi di brandeggio motorizzati, in quanto oltre a essere complesse apparecchiature energivore richiedono spesso onerosi interventi manutentivi perdendo col tempo la propria affidabilità e inficiando la sicurezza intrinseca prodotta dall'impianto.
Una vera rivoluzione è stata introdotta dalle ottiche emisferiche, in grado di vedere pressoché a 360° (180° di visione sull'asse orizzontale) ed escludendo quindi qualsiasi eventuale zona morta nel campo visivo, situazione questa invece ineluttabile quando si usano ottiche con angoli ristretti.
Oltre all'ottica emisferica, è importante disporre nella telecamera anche di funzioni integrate per la gestione delle distorsioni e delle aberrazioni ottiche, tali da permettere di correggere dal punto di vista prospettico e in modo efficace i dati delle immagini acquisite, sia live sia preregistrate.
(6) - SUPPORTO AUDIO BIDIREZIONALE
Le telecamere tecnologicamente avanzate dispongono anche di microfono e altoparlante integrati.
La disponibilità di un diffusore audio all'interno della telecamera consente, per esempio, di attivare segnalazioni acustiche e allarmi sonori o, in un ambiente chiuso e in caso di panico, di comunicare in remoto con ogni persona presente nell'ambiente videosorvegliato.
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