LE TECNOLOGIE DOMOTICHE OFFRONO STRAORDINARIE OPPORTUNITA’ PER MIGLIORARE LA VITA DI PERSONE DISABILI O ANZIANE.
La Domotica può e deve avere anche una valenza sociale e una finalità etica: le tecnologie applicate al mondo della disabilità possono infatti portare profonde innovazioni nei processi riabilitativi e consentono uno straordinario e radicale miglioramento della qualità della vita di persone affette da varie forme di handicap o, più semplicemente, giunte in età avanzata, nonché dei familiari e di coloro che sono coinvolti nella loro assistenza.
Grazie alla Domotica l’autonomia conquistata (o riconquistata) nel rapporto con la propria abitazione, unitamente al concetto e al piacere dell’abitare, coincidono con la possibilità di disporre, anche in presenza di gravi inabilità, di tutto ciò che è e che fa “casa”.
La Domotica può quindi restituire autonomia all’individuo disabile, tutelando la sua privacy, ma soprattutto può offrirgli una prospettiva di vita serena, pregevole e dignitosa, alleviando anche oneri e preoccupazioni di familiari, parenti e amici.
PROGETTARE ACCESSIBILITA’
Spesso, anche a causa delle barriere architettoniche, le persone affette da forme di handicap non partecipano alla comune vita sociale, ma ci sono... e sono numerose!
La perdita di autonomia ha anche una correlazione con l’età anagrafica: secondo un’indagine ISTAT tra le persone di almeno 65 anni la quota di popolazione con disabilità è pari al 18,7% e raggiunge il 44,5% tra le persone con età superiore agli 80 anni.
La perdita di autonomia è quindi un aspetto fisiologico dell’esistenza anche di persone normodotate e costituisce indubbiamente un notevole problema sociale, che progettisti e tecnologi devono affrontare con soluzioni appropriate alla specificità dell’utenza debole a cui si rivolgono.
Progettare accessibilità è, per esempio, la missione di LivingTECH (www.livingtech.it), uno Studio Associato di Professionisti che opera nel campo della Domotica applicata al sociale, analizzando le specifiche necessità di persone non normodate e dei loro familiari, esplorando possibili applicazioni tecnologiche e studiando appropriate soluzioni finalizzate al miglioramento della qualità della loro vita.
Ma l’accessibilità deve essere un requisito progettuale anche per architetti e designer: pregevole e singolare è la soluzione Easy Food, progettata dall’Architetto Marco Miscioscia, prodotta da Bautek e distribuita da EasyHome, in cui sono stati coniugati i risultati di un’attenta analisi delle esigenze di chi adopera la cucina e i concetti del Design For All, realizzando un prodotto realmente accessibile, chiunque ne sia l’utilizzatore.
LA SEMPLICE E PIACEVOLE FRUIZIONE DELLE TECNOLOGIE
Uno dei aspetti più critici di un progetto domotico per il sociale riguarda la semplice fruizione delle tecnologie, conseguita identificando le modalità e le soluzioni tecniche più appropriate per permettere all’utenza di interfacciarsi con l’impianto domotico e di disporre agevolmente delle funzionalità implementate.
Per molti casi applicativi è facile immaginare l’inadeguatezza di comuni pannelli operatore e touch screen montati a parete, meglio sostituibili con sistemi d’interfaccia basati su MediaCenter che sfruttano televisori di grande formato gestibili con tradizionali telecomandi, come per esempio quello di Easydom Invista.
I sistemi MediaCenter possono poi oggi essere integrati a basso costo con avanzate tecnologie di sintesi e riconoscimento vocale, come il software Speaky distribuito da Mediavoice.
La qualità, la piacevolezza e il design estetico dei componenti che costituiscono l’impianto domotico devono naturalmente rispondere sempre alle elevate aspettative dell’utenza, anche quando questa è disabile.
In questo senso Nice ha realizzato Stone, un semplice, piacevole, simpatico e pratico radiocomando senza fili, dotato di cover antiurto disponibile in varie colorazioni.
Il panorama tecnologico offre anche al mercato consumer soluzioni avanzatissime: è il caso di Eurotech che propone Zypad, un vero e proprio personal computer completo di touch screen e tecnologia wireless, che può essere liberamente indossato al polso come fosse un grosso orologio.
L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA FIGLIA DEL SOCIALE
L’evoluzione tecnologica può anche essere figlia del sociale e nei contesti descritti la persona con handicap può offrire indubbiamente un prezioso contributo alla definizione del “problema” da risolvere e alla valutazione di soluzioni applicative e di appropriate filosofie progettuali, rivendicando così anche per il diversamente abile il diritto all’uso e al godimento delle tecnologie.
LA DOMOTICA COME TERAPIA ANTIDEPRESSIVA
Molte persone, a seguito di traumi invalidanti, si trovano spesso nella condizione di dover dipendere in misura parziale o totale da genitori e parenti o, nei casi meno fortunati, da persone al di fuori della cerchia familiare, se non addirittura da sconosciuti.
Dall'impossibilità di svolgere autonomamente attività che hanno da sempre costituito la quotidianità di un individuo può derivare una profonda perdita di autostima, che alle già gravi problematiche legate alla fisicità aggiunge turbe psicologiche e stati depressivi, rendendo così più lungo, complesso e critico il processo riabilitativo.
In questi contesti il recupero dell'autonomia, anche se parziale, dovuto alla fruizione di tecnologie domotiche può pertanto rappresentare un pregevole contributo terapeutico.
Estratto da un mio articolo pubblicato sulla rivista Digital Home.
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La Domotica può e deve avere anche una valenza sociale e una finalità etica: le tecnologie applicate al mondo della disabilità possono infatti portare profonde innovazioni nei processi riabilitativi e consentono uno straordinario e radicale miglioramento della qualità della vita di persone affette da varie forme di handicap o, più semplicemente, giunte in età avanzata, nonché dei familiari e di coloro che sono coinvolti nella loro assistenza.
Grazie alla Domotica l’autonomia conquistata (o riconquistata) nel rapporto con la propria abitazione, unitamente al concetto e al piacere dell’abitare, coincidono con la possibilità di disporre, anche in presenza di gravi inabilità, di tutto ciò che è e che fa “casa”.
La Domotica può quindi restituire autonomia all’individuo disabile, tutelando la sua privacy, ma soprattutto può offrirgli una prospettiva di vita serena, pregevole e dignitosa, alleviando anche oneri e preoccupazioni di familiari, parenti e amici.
PROGETTARE ACCESSIBILITA’
Spesso, anche a causa delle barriere architettoniche, le persone affette da forme di handicap non partecipano alla comune vita sociale, ma ci sono... e sono numerose!
La perdita di autonomia ha anche una correlazione con l’età anagrafica: secondo un’indagine ISTAT tra le persone di almeno 65 anni la quota di popolazione con disabilità è pari al 18,7% e raggiunge il 44,5% tra le persone con età superiore agli 80 anni.
La perdita di autonomia è quindi un aspetto fisiologico dell’esistenza anche di persone normodotate e costituisce indubbiamente un notevole problema sociale, che progettisti e tecnologi devono affrontare con soluzioni appropriate alla specificità dell’utenza debole a cui si rivolgono.
Progettare accessibilità è, per esempio, la missione di LivingTECH (www.livingtech.it), uno Studio Associato di Professionisti che opera nel campo della Domotica applicata al sociale, analizzando le specifiche necessità di persone non normodate e dei loro familiari, esplorando possibili applicazioni tecnologiche e studiando appropriate soluzioni finalizzate al miglioramento della qualità della loro vita.
Ma l’accessibilità deve essere un requisito progettuale anche per architetti e designer: pregevole e singolare è la soluzione Easy Food, progettata dall’Architetto Marco Miscioscia, prodotta da Bautek e distribuita da EasyHome, in cui sono stati coniugati i risultati di un’attenta analisi delle esigenze di chi adopera la cucina e i concetti del Design For All, realizzando un prodotto realmente accessibile, chiunque ne sia l’utilizzatore.
LA SEMPLICE E PIACEVOLE FRUIZIONE DELLE TECNOLOGIE
Uno dei aspetti più critici di un progetto domotico per il sociale riguarda la semplice fruizione delle tecnologie, conseguita identificando le modalità e le soluzioni tecniche più appropriate per permettere all’utenza di interfacciarsi con l’impianto domotico e di disporre agevolmente delle funzionalità implementate.
Per molti casi applicativi è facile immaginare l’inadeguatezza di comuni pannelli operatore e touch screen montati a parete, meglio sostituibili con sistemi d’interfaccia basati su MediaCenter che sfruttano televisori di grande formato gestibili con tradizionali telecomandi, come per esempio quello di Easydom Invista.
I sistemi MediaCenter possono poi oggi essere integrati a basso costo con avanzate tecnologie di sintesi e riconoscimento vocale, come il software Speaky distribuito da Mediavoice.
La qualità, la piacevolezza e il design estetico dei componenti che costituiscono l’impianto domotico devono naturalmente rispondere sempre alle elevate aspettative dell’utenza, anche quando questa è disabile.
In questo senso Nice ha realizzato Stone, un semplice, piacevole, simpatico e pratico radiocomando senza fili, dotato di cover antiurto disponibile in varie colorazioni.
Il panorama tecnologico offre anche al mercato consumer soluzioni avanzatissime: è il caso di Eurotech che propone Zypad, un vero e proprio personal computer completo di touch screen e tecnologia wireless, che può essere liberamente indossato al polso come fosse un grosso orologio.
L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA FIGLIA DEL SOCIALE
L’evoluzione tecnologica può anche essere figlia del sociale e nei contesti descritti la persona con handicap può offrire indubbiamente un prezioso contributo alla definizione del “problema” da risolvere e alla valutazione di soluzioni applicative e di appropriate filosofie progettuali, rivendicando così anche per il diversamente abile il diritto all’uso e al godimento delle tecnologie.
LA DOMOTICA COME TERAPIA ANTIDEPRESSIVA
Molte persone, a seguito di traumi invalidanti, si trovano spesso nella condizione di dover dipendere in misura parziale o totale da genitori e parenti o, nei casi meno fortunati, da persone al di fuori della cerchia familiare, se non addirittura da sconosciuti.
Dall'impossibilità di svolgere autonomamente attività che hanno da sempre costituito la quotidianità di un individuo può derivare una profonda perdita di autostima, che alle già gravi problematiche legate alla fisicità aggiunge turbe psicologiche e stati depressivi, rendendo così più lungo, complesso e critico il processo riabilitativo.
In questi contesti il recupero dell'autonomia, anche se parziale, dovuto alla fruizione di tecnologie domotiche può pertanto rappresentare un pregevole contributo terapeutico.
Estratto da un mio articolo pubblicato sulla rivista Digital Home.
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